APPENNINO - L'appennino meridionale si è formato ---- all' inizio del Miocene quando dalla rotazione osservata nella Placca Iberica quando, durante il processo di ‘apertura’ dell’Oceano Atlantico, si distaccò dalla Placca Europea formando il Golfo di Biscaglia”. La frammentazione e la migrazione verso est della Microplacca Sardo-Corsa, dei Blocchi Kabili e, in seguito, del Blocco Calabro-Peloritano sarebbero avvenute durante l’apertura dei nuovi bacini oceanici liguro-provenzale (avvenuta tra 30 e 15 milioni di anni fa) e tirrenico (tra 10 e 2 milioni di anni fa), in maniera sincrona alla formazione delle catene appenninica e siciliana. “I dati geologici mostrano che il Blocco Peloritano fu incorporato nella catena montuosa siciliana tra 18 e 17 milioni di anni fa”, spiega Gaia Siravo. * Gaia Siravo INGV di Roma
AVELLINO - In Italia 21 agosto del 1962, un ampio settore dell'Appennino campano, comprendente il Sannio e l'Irpinia, fu colpito da due violente scosse di terremoto, avvenute a distanza di circa dieci minuti l'una dall'altra e che distrussero alcuni comuni nelle province di Benevento ed Avellino. Anni dopo, negli anni ottanta la stessa regione dell'appennino sarà devastata da un altro terremoto. La prima scossa avvenne alle 16.56 locali. Non provocò danneggiamenti ma fece sì che la popolazione, allarmata, lasciasse le proprie abitazioni. Tale decisione fu salvifica, in quanto due ore più tardi, alle 19:09 e alle 19:19, altre due violente scosse colpirono duramente la zona. La più forte, di magnitudo stimata 6.1, provocò danni che si estesero fino alle province di Napoli, Foggia, Caserta e Salerno. Dai ppp0ppdati rilevati dal Genio Civile e dal Ministero dei Lavori Pubblici risultano 68 i comuni chelll vennero danneggiati nelle Province di Benevento e Avellino. Sappiamo, inoltre, che ci furono una ventina di vittime e oltre 16.000 persone rimasero senza una casa. A causa della mancanza di una struttura adeguata di protezione civile, in grado di intervenire in maniera coordinata ed in tempi brevi nel caso di calamità, inoltre, la macchina dei soccorsi si attivò solo dopo qualche giorno. * INGV
SILA - La Sila è un vasto altopiano dell'Appennino calabro, che si estende per 150.000 ettari attraverso le province di Cosenza, Crotone e Catanzaro, suddivisa da nord a sud in Sila Greca, Sila Grande e Sila Piccola e caratterizzata dalla presenza di varie cime montuose, altipiani, folte zone boscose e laghi artificiali d'altura. Il toponimo "Sila" deriva dalla denominazione di epoca romana Silva Brutia, ossia selva, foresta dei Bruzi, in quanto da essi abitata. Il termine latino potrebbe a sua volta derivare dal greco "ὕλη", [yle], col medesimo significato di "foresta".
SICILIA - I primi anni della sua attività scientifica sono contraddistinti dalle ricerche sulla geologia della Sicilia, condotte attraverso studi di carattere micropaleontologico e sedimentologico applicati all'analisi stratigrafica di diverse successioni sedimentarie, nel cui contesto si è occupato, tra l'altro, delle evaporiti Messiniane della parte centro-meridionale dell'isola e delle successioni torbiditiche oligo-mioceniche (in particolare Flysch Numidico). * Wezel 1970
SICILIA - La Sicilia di fine ottocento è stata il primo produttore mondiale di zolfo. Il minerale di zolfo veniva estratto dalla solfatara molte delle quali trovasi in provincia di Agrigento e Caltanissetta. Molte sono diventate famose per essere state citate in libri di geologia, letteratura e film. Nell'arte minatori e zolfo compare nel dipinto di Renato Guttuso. La famiglia Pirandello possedeva una miniera di zolfo, una solfatara prima del loro fallimento che porta i Pirandello a trasferirsi a Roma e Luigi a scrivere commedie per il teatro.
EVAPORITI - Lo zolfo di colore giallo associato ai gessi, si forma a fine miocene quando il mare mediterraneo diventa un grande lago salato, in certi punti sul fondo troviamo solo sale, gessi e zolfo. Il minerale veniva caricato nei forni e lo zolfo fuso veniva raccolto in cassette di legno. In seguito trasportato con carretti al porto per essere spedito nel nord europa e usato dall' industria chimica di fine ottocento.
PALERMO - Museo geologico e paleontologico Carlo Giorgio Gemmellaro. Il patrimonio del Museo è costituito da oltre 600.000 reperti suddivisi in numerose collezioni, con fossili che abbracciano un intervallo di tempo di oltre 270 milioni di anni di storia geologica e paleontologica siciliana. La superficie espositiva si articola su tre piani secondo un percorso guidato.
PIRANDELLO - Lo zolfo
PELORITANI - Recenti studi di geologia su Arco calabro - Monti Peloritani sono stati condotti da ricercatori dell' INGV di Roma.
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