mercoledì 20 novembre 2024

Geologia 51 - Francia

FRANCIA - 


 
VULCANO -  Il Grand Suchet è un vulcano dormiente della Francia situato nel dipartimento del Puy-de-Dôme, nella Chaîne des Puys, tra il Puy-de-Dôme e il Puy de Côme. Il Grand Suchet si trova nella parte centrale della Francia, al centro della catena dei Puys, a ovest di Clermont-Ferrand. È circondato abreve distanza dal Puy de Clierzoue dal Puy de Pariou a nord-est, dal Petit Suchet a est, dal Puy de Dôme a sud, dal puy Fillu a sud-ovest, dal Puy Balmet ovest e dal Puy de Côme a nord-ovest. Amministrativamente, il Grand Suchet è incluso nel territorio del comune di Ceyssat, che si trova a sud-ovest. Il monte è formato da un cono piroclastico la cui sommità, coronata da un cratere vulcanico poco marcato, si innalza fino a 1.231 metri di altitudine. Una seconda sommità, senza nome e costituita dal bordo opposto del cratere, si innalza a 1.199 metri sul livello del mare. La vegetazione arborea copre i suoi pendii regolari fino a metà altezza, a un'altitudine di circa 1.150 metri. Il Grand Suchet è un vulcano dormiente della Francia situato nel dipartimento del Puy-de-Dôme, nella Chaîne des Puys, tra il Puy-de-Dôme e il Puy de Côme. Il Grand Suchet si trova nella parte centrale della Francia, al centro della catena dei Puys, a ovest di Clermont-Ferrand. È circondato abreve distanza dal Puy de Clierzoue dal Puy de Pariou a nord-est, dal Petit Suchet a est, dal Puy de Dôme a sud, dal puy Fillu a sud-ovest, dal Puy Balmet ovest e dal Puy de Côme a nord-ovest. Amministrativamente, il Grand Suchet è incluso nel territorio del comune di Ceyssat, che si trova a sud-ovest. Il monte è formato da un cono piroclastico la cui sommità, coronata da un cratere vulcanico poco marcato, si innalza fino a 1.231 metri di altitudine. Una seconda sommità, senza nome e costituita dal bordo opposto del cratere, si innalza a 1.199 metri sul livello del mare. La vegetazione arborea copre i suoi pendii regolari fino a metà altezza, a un'altitudine di circa 1.150 metri. * Wikipedia.it


 
 
 
 
CARBONE - Per anni, questi nobili cavalli vissero privati della luce del sole e dell'aria fresca, confinati nell'oscurità delle miniere sotterranee. Erano conosciuti come "conogons" e condividevano la vita dura e pericolosa dei minatori umani, lavorando al loro fianco in condizioni estreme.Alla fine del XIX secolo, questi cavalli furono esportati dalle isole Shetland in Inghilterra a causa delle loro dimensioni compatte e della grande forza, qualità che li rendevano ideali per trascinare i pesanti carri pieni di carbone nelle miniere. Nati, cresciuti e destinati a una vita nell'oscurità, sopportavano un lavoro estenuante e logorante. Non era raro che un singolo cavallo trascinasse fino a otto vagoni di carbone, completamente carichi.Nonostante le difficili circostanze, questi cavalli mantennero la loro dignità e dimostrarono una notevole intelligenza. Sapevano quando un carico era troppo pesante e si rifiutavano di muoversi fino a che non veniva alleggerito. Inoltre, possedevano un incredibile senso del tempo, sapendo esattamente quando finiva la loro giornata lavorativa e trovando la strada del ritorno alle stalle, anche nel buio più profondo.Questa vergognosa forma di sfruttamento continuò fino al 1972, quando la tecnologia finalmente rimpiazzò il loro lavoro, segnando la fine di un'era. Il 3 dicembre di quell'anno, Ruby, l'ultimo dei cavalli minatori, emerse in superficie in un evento simbolico. Accompagnata da un'orchestra e adornata con una corona di fiori, Ruby uscì dall'oscurità, ponendo fine all'epoca dei conogons e dei loro compagni di lavoro. Per onorare il loro sacrificio e commemorare il duro lavoro condiviso sotto terra, è stata eretta una scultura chiamata "Conogon" nel Museo-Riserva "Red Hill", come un ricordo duraturo della lealtà e del coraggio di questi cavalli che diedero così tanto nelle miniere.




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