APPENNINO
- Gli Appennini hanno cime più basse e arrotondate di quelle delle
Alpi. Le cime degli Appennini non superano mai i 3000 metri. Gli
Appennini, a differenza delle Alpi, non hanno grandi ghiacciai. I fiumi
appenninici sono più brevi di quelli alpini. Chi è più vecchio
tra Alpi e Appennini ? Gli studi di geologia dimostrano che più antiche
sono le Alpi mentre gli Appennini risultano essere più giovani. Ma
insieme ai fenomeni che fanno nascere gli Appennini si spiegano altri
eventi: i terremoti nel centro Italia, la presenza di Corsica e Sardegna
nel centro del Tirreno, la forma della catena alpina.
APUANE - Perché si chiamano Alpi Apuane e non Appennini ? L''aspetto
frastagliato delle creste montuose, che ricordano quelle delle
Dolomiti, e il biancheggiare quasi niveo dei detriti marmorei delle
celebri cave, giustifica il nome di Alpi, che del resto in Toscana si
applica anche ad altri tratti montani.
ACQUILA - Il terremoto dell'Aquila del 6 aprile 2009 alle 03:32 consistette di una serie di eventi sismici, iniziati nel dicembre 2008 e terminati nel 2012, con epicentri nell'intera area della città, della conca aquilana e di parte della provincia dell'Aquila.
ASCOLI PICENO - Ascoli Piceno è un comune italiano di 45 394 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia nelle Marche. Il centro storico, costruito quasi interamente in travertino, è tra i più monumentali d'Italia e in esso si trova la rinascimentale piazza del Popolo. Il travertino estratto nella zona di Ascoli Piceno, presenta interessanti venature oblique, dovute alle caratteristiche cave in quota che donano alla pietra movimenti unici. Il travertino ascolano rappresenta in tutta la zona picena il principe dei materiali edili. Oltre che risorsa per l’edilizia locale, il travertino ascolano veniva infatti esportato in diverse regioni d’Italia e all’estero. Se siete in giro per la città, a piedi o in bicicletta, diventa impossibile non imbattersi in edifici costruiti con questa pietra biancastra, visibilmente porata, ma resistente, con la quale sono state costruite la maggior parte delle strutture urbane. Dalle semplici abitazioni alle dimore di pregio, dai palazzi del potere alle chiese più importanti, senza tralasciare la pavimentazioni delle piazze – come la centralissima Piazza del Popolo – il travertino per milioni di anni ha costituito la vera risorsa edilizia della città, impreziosendone la sua architettura e caratterizzandone l’aspetto. Le robuste mura, le torri, i ponti, i templi e molti altri monumenti si sono mirabilmente conservati, nonostante il volgere dei secoli dall’epoca romana fino ad oggi. Una pietra ricca di storia e risorsa economica per una città intera che, a cavallo degli anni ‘50 fino agli anni ‘80, aveva fatto dell’estrazione del travertino una vera e propria industria. Basti pensare che nel dopoguerra fra Ascoli Piceno e Acquasanta Terme c’erano circa 60 cave, di cui 13 solo nella zona di San Marco. Oltre che risorsa per l’edilizia locale, il travertino ascolano veniva infatti esportato in diverse regioni d’Italia e all’estero. Sotto foto di piazza del Popolo ad Ascoli Piceno.
ASCOLI - Da sempre la zona di Ascoli Piceno è stata ricca di travertino, una roccia sedimentaria di origine chimica costituita essenzialmente da carbonato di calcio, trasportato dalle acque del fiume. Il travertino è una pietra che nasce in profondità, interagisce con l’esterno, si deposita sopra le altre pietre che lo inglobano. Il processo di sedimentazione del travertino è infatti la conseguenza di una reazione chimica d’equilibrio che si instaura tra gli ioni di calcio e l’idrogeno carbonato e il carbonato di calcio solido e il diossido di carbonio gassoso. Come per le zone di Monte Rosara, Castel Trosino e Acquasanta Terme, la zona di San Marco è per sua conformazione un giacimento naturale di depositi di travertino. Quest’ultimo è disposto in una serie di terrazzi che, a partire da Vena Rossa, si susseguono verso nord fino ai giacimenti a 550 metri s.l.m. di Colle San Marco, definendo così quella tipica morfologia cupuliforme della superficie superiore del pianoro.
FORLI - Il maltempo è iniziato martedì 17 settembre 2024, inizialmente con precipitazioni di modesta intensità (intorno ai 5-10 millimetri per ora) ma senza sostanziali interruzioni, facendo registrare cumulate prossime ai 50 millimetri già nelle prime 24 ore. L'indomani i fenomeni si sono progressivamente intensificati, raggiungendo i valori massimi di 45,6 millimetri all'ora a S. Cassiano sul Lamone, e 36,8 millimetri all'ora a Modigliana (bacino del Montone). Le precipitazioni sono poi proseguite, con impulsi successivi di intensità via via decrescente fino alla mattine del 19 settembre. Nel Forlivese il valore massimo di pioggia cumulata è stata di 334,8 millimetri a Modigliana; seguono i 316,8 millimetri di Trebbio, i 260,4 millimetri di Monte Grosso (Rocca San Casciano), i 254,4 millimetri di Voltre (Civitella), i 249 millimetri di Castrocaro, i 242,8 millimetri di Cusercoli ed i 218,2 millimetri di Forlì.* Giovanni Petrillo. La perlustrazione dall'alto della Forlì alluvionata: le immagini drammatiche dell'alluvione.
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